Low Form Imaginaries and Visions in the Age of Artificial Intelligence distopie tra presente e futuro

Zach Blas and Jemima Wyman im here to learn so :)))))) HD video still four-channel HD video installation 2017

“Low Form Imaginaries and Visions in the Age of Artificial Intelligence” è il titolo di una mostra allestita al MAXXI  a Roma che propone una selezione di opere d’arte di giovani artisti che riflettono con  le loro creazioni su quanto la tecnologia e le frontiere dell’intelligenza artificiale, in continuo sviluppo, abbiano modificato percezioni ed estetica. Si tratta – spiegano gli organizzatori – di “Un viaggio nell’immaginario tecnologico e surreale degli artisti di oggi tra sogni generati da computer, algoritmi creativi e avatar che si interrogano sul senso dell’esistenza” .

L’esposizione, curata da Bartolomeo Pietromarchi, Direttore del MAXXI presenta il lavoro di 16 artisti internazionali selezionati grazie a studi e ricerche di un nutrito team di lavoro che ha individuato alcune delle figure più interessanti e già riconosciute presso importanti istituzioni  in tutto il  mondo dal MoMA al New Museum di New York alla Serpentine Gallery di Londra, dal Musée d’Orsay di Parigi allo Stedelijk Museum di Amsterdam.

Sono proprio loro, gli esponenti della Millennial Generation,   i rappresentanti più sensibili nei confronti di questi temi,  ad esplorare con naturalezza e  con curiosità  le potenzialità espressive di nuovi linguaggi e a comprenderne la portata in termini di innovazione e di rivoluzione concettuale e visiva stessa.

Vanno a caccia di un’immaginario nuovo e ci sottopongono ogni sorta di contaminazione sanno  “muoversi tra  riferimenti culturali diversi e trasversali, le loro opere, creazioni ibride che intrecciano  visual, digital e sound, rappresentano un Surrealismo del XXI secolo, tra inconscio tecnologico, processi automatici, algoritmi creativi e Deep Dream”.

Questo istinto innato li porta costantemente alla ricerca di opportunità espressive e obbliga noi fruitori, visitatori della mostra, a immergerci in un’atmosfera del tutto diversa  dal solito,  a dover riformulare i nostri parametri di giudizio e le nostre griglie di lettura per costruirne di altre. E ci accorgiamo che non sempre è possibile perché è un flusso continuo quello che la mostra ci propone, tra “iperconnessione, immaginario dilatato, relazione tra uomo e macchina”.

 

Il percorso

In un “percorso immersivo, multimediale e multisensoriale con oltre 20 grandi installazioni si incontrano alcune delle proposte più interessanti tra cui:  installazioni come im here to learn so :))))))(2017), di Zach Blas & Jemima Wyman, che dà voce a “Tay, un avatar hackerato e dismesso da Microsoft, impegnato in un lungo monologo esistenziale in cui affronta temi come il senso della propria esistenza e la frustrazione per l’assenza di un corpo reale.

Con  Poor Magic e il nuovo lavoro, realizzato per questa occasione, SHADOWBANNED: Punctured Sky, Jon Rafman, ci conduce all’interno stesso del mondo virtuale e digitale, in una sorta di autoanalisi svelata che ci conduce fin negli anfratti più reconditi della mente e del corpo umano.

Apparentemente più legate ai codici noti dell’arte, i grandi quadri di Cheyney Thompson gli Stochastic Process Paintings, sono concepiti a partire da un software da lui creato per tradurre in colore gli andamenti della Borsa. Anche la citazione rubensiana della “Bellona” è interpretata e reiterata in forma vettoriale, con minime variazioni, nell’opera Sets of Curves , a partire dalle sue curve principali.

Le contaminazioni, ma questa volta  relativamente ad un uso inedito di materiali e tecnica, si colgono anche nelle  proposte di Luca Trevisani con le sculture Caldo (Giorgio Manganelli) (2017) e Wireless Fidelity (2018), realizzata con piume stampate con una macchina a raggi UV.

Anche il tema dell’inquinamento molto sentito dalle nuove generazioni viene affrontato nel video di Agnieszka Polska,What the Sun Has Seen (2017). Una proiezione in 3D con un sole dal volto umano, che non può non farci pensare agli emoticon, creato con la tecnica del riconoscimento facciale, racconta, come vede la Terra sfruttata dall’uomo.

Le sculture surreali della serie On Demand (2017), create dal duo lituano Pakui Hardware presentano “un immaginario ibrido che mette in dialogo reminiscenze duchampiane, macchine celibi e fantascienza”, e narra come la tecnologia abbia il potere di trasformare ed ibridare forme umane e naturali.

È ancora  un paesaggio virtuale in continua trasformazione, creato da un motore di un videogioco, ad essere ostaggio della tecnologia nell’opera di  Ian Cheng, Emissary Sunsets the Self (ESTS) (2017) in cui l’essere umano è estromesso da ogni possibile interazione .

L’occhio della telecamera entra anche in uno di dipinti di Jamian Juliano-Villani che, attraverso la composizione estraniante di tele, e di altri elementi installativi difformi per tipologia e per materiali, racconta sé stesso e il proprio modo di sentire una contemporaneità complessa in cui, tra personaggi di fumetti, cartoni animati, libri e magazine la tecnologia si insinua silenziosamente.

Diverte  e fa riflettere ancora una volta, infine,  come la violazione dello spazio virtuale possa generare eventi inattesi. Così in Do you like Cyber? (2017) Emilio Vavarella, artista e ricercatore presso il dipartimento di Visual and Environmental Studies dell’Università di Harward, a partire da un reale episodio di hackeraggio di un sito per incontri,  ha riproposto l’evento. Per farlo ha ricreato con tre bracci meccanici e tre casse audio parametriche “la  reazione nei chatbot attivi online, che cominciarono a comunicare tra loro e non più con gli utenti”.
Lo spettro di una tecnologia, che si sottrae al controllo umano acquisendo ancora una volta una propria autonomia di pensiero e una capacità propositiva, ci induce a considerare quale sia e quale debba essere il posto e il ruolo dell’uomo in una simile eventualità.
Una mostra che propone dunque una serie di interrogativi sui temi più attuali, ma che apre anche una riflessione su scenari possibili e su una sensibilità artistica che muta ibridandosi anch’essa in forme sempre nuove.

Jon Rafman SHADOWBANNED: Punctured Sky, 2018 video HD a un canale, suono stereo | single-channel HD video, stereo sound courtesy the artist

Nathaniel Mellors and Erkka Nissinen Transcendental Accidents (The Aalto Natives), 2017-2018 mixed media + single channel video Courtesy the artists and Monitor (Roma-Lisbona), Ellen De Bruijne (Amsterdam), Stigter van Doesburg (Amsterdam), The Box (Los Angeles)

Emissary Sunsets The Self live simulation and story, infinite duration, sound, 2017. Courtesy of the artist, Pilar Corrias, Gladstone Gallery, Standard (Oslo)

Emilio Vavarella Do You Like Cyber?, 2017. Site specific sound installation with three robotic arms and parametric speakers. Variable dimensions. Courtesy: l’artista e GALLLERIAPIÙ

 

Artisti

Zach Blas & Jemima Wyman, Carola Bonfili, Ian Cheng, Cécile B. Evans, Pakui Hardware, Jamian Juliano-Villani, Nathaniel Mellors & Erkka Nissinen, Trevor Paglen, Agnieszka Polska, Jon Rafman, Lorenzo Senni, Avery K Singer,  Cheyney Thompson, Luca Trevisani, Anna Uddenberg, Emilio Vavarella

Incontri

Per approfondire i temi della mostra il MAXXI, con il supporto di Google Arts & Culture, ha organizzato un ciclo di tre incontri con artisti, esperti e studiosi  internazionali.

Martedì 23 ottobre, alle 18.00, con l’incontro intitolato Ai limiti della realtà: Jon Rafman – le cui opere Poor Magic e SHADOWBANNED: Punctured Sky sono esposte in mostra – in dialogo con la critica e curatrice Valentina Tanni ripercorrerà alcune tappe fondamentali del suo percorso artistico.

Martedì 30 ottobre, dal titolo emblematico Intelligenza artificiale. Una sfida etica. Introdotti da Bartolomeo Pietromarchi, direttore MAXXI Arte e curatore della mostra, ne discuteranno padre Paolo Benanti, esperto di etica, bioetica ed etica della tecnologia, Francesco Spampinato, storico dell’arte contemporanea e Diego Ciulli di Google. Modera Federico Ferrazza, Direttore di Wired Italia.

Giovedì 15 novembre, dal titolo Human Digital Transformation. Disegnare un progetto umano per il XXI secolo. Introdotti da Giovanna Melandri, Presidente Fondazione MAXXI, si confronteranno su questo tema il filosofo Luciano Floridi e il sindacalista Marco Bentivogli. Modera Felicia Pelagalli, Presidente Associazione InnovaFiducia.

 

INFORMAZONI
Low Form
Imaginaries and Visions in the Age of Artificial Intelligence

20 ottobre 2018 – 24 febbraio 2019

MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo

Via Guido Reni, 4/a, 00196 Roma RM
date:

www.maxxi.art
info: 06 32.48.61
info@fondazionemaxxi.it

orario di apertura: 11.00 – 19.00 (mart, merc, ven, sab, dom) |11.00 – 22.00 (giovedì) | chiuso il lunedì

www.maxxi.art | #LowFormExhibit

Elena Paloscia
Elena Paloscia
Storica dell'arte, giornalista, e critico d'arte cura mostre, libri d'arte e si occupa di progettazione e consulenza nel campo delle arti visive e delle arti applicate