Il Pavone e la Gru e la Volpe dalla pancia piena

L’intervento è stato concepito in continuità con il concept del progetto di rigenerazione urbana Another World Arte in città per immaginare il futuro in corso in quest’area dal 2020. Si è scelto, attraverso la narrazione per immagini, di rappresentare tre favole antiche dello scrittore greco Esopo, dal significato sempre attuale e d’ispirazione per bambini, giovani e adulti.
La lepre e la tartaruga, La volpe con la pancia piena e Il pavone e la gru sono ancora oggi, infatti, di grande efficacia nel suggerirci come trovare una via d’uscita e un’opportunità che ci consenta di sentirci bene con noi stessi anche quando pensiamo di trovarci in una condizione di svantaggio, quando non diamo il giusto valore alle nostre potenzialità fermandoci alle apparenze o quando commettiamo errori.
Da qui il titolo In Fabula Salus, non più precetti morali, ma un percorso
di rigenerazione personale e collettivo: la possibilità attraverso la favola
dipinta immaginare secondo schemi
differenti e creativi vie non tracciate che ci consentano di affrancarci dal pregiudizio altrui e di
superare quei limiti che talvolta imponiamo a noi stessi.
Il pavone e la gru e La volpe dalla pancia piena (2025)
Il pavone e la gru racconta di un pavone vanitoso che deride la gru dicendole che in confronto a lui che ha delle meravigliose piume colorate le i è triste, grigia e brutta, la gru sicura di sé e delle proprie qualità risponde semplicemente “io volo in alto nei cieli e tu invece cammini per terra come una gallina”.
La volpe dalla pancia piena invece narra di una vope affamata che entrata nel cavo di un albero per rubare il cibo di un cacciatore non riesce più ad uscirne per via della pancia troppo grossa, così si lamenta e chiede aiuto. Un’altra volpe che passa le consigli a di aspettare così tornerà magra come prima e potrà uscire.
Entrambe le favole, come la precedente, sono state scelte perché si rivolgono a grandi e bambini con messaggi che consentono a ciascuno di attivare risorse interiori per superare ogni genere di difficoltà, quali ad esempio la possibilità di rimediare se si commette un errore e di potersi affrancare da situazioni spiacevoli (La volpe dalla pancia piena) e l’invito ad accettarsi come si è, a saper apprezzare le proprie qualità e a guardare oltre l’apparenza (Il pavone e la gru).
“Il nuovo dipinto di Lucamaleonte – scrive la curatrice – concentra su tre pareti due storie, le brevi narrazioni di Esopo si condensano in un’unica immagine continua in cui i protagonisti assiepati campeggiano ciascuno nella propria maestosa bellezza: la volpe intrappolata nel tronco dell’albero, sola con sé stessa e il pavone e la gru impegnati in uno spietato duello psicologico. Alla fissità severa dello sguardo dei due volatili fa da contraltare la fronte corrugata della volpe che, giunta quasi al termine della sua pena domina la scena. Il mondo animale, nell’arte di Lucamaleonte, come nei testi dello scrittore Esopo, rappresenta virtù e debolezze dell’essere umano e ci rammenta come l’armonia sia un’aspirazione costante, in equilibrio sempre precario. Qui, nell’opera, le dissonanze cromatiche che animano il dipinto, si ricompongono nell’insieme lasciando, al posto di un chiassoso starnazzare e di inutili lamentele della volpe maldestra, una quiete apparente. Apparente come la fragile volubilità della natura umana, di chi si nasconde dietro valori effimeri, di chi, come la Gru, per essere rispettato per quello che è, è costretta a farsi valere spiegando le sue grandi ali grigie che la portano in alto nel cielo, o, ancora, di chi sa imparare dai propri errori, ma teme di poterci ricadere. È come se l’artista con le sue figure sovradimensionate avesse voluto giocare con lo spazio architettonico rendendolo angusto enfatizzando da un lato l’ego dei personaggi e la meschinità della contesa e dall’altro invitando chi guarda a considerare la possibilità di convivere, ciascuno con le proprie differenze.”