Annalia Amedeo. Sinestesie. Natura, Storia, Arte

21/10/2017 – 21/01/2018
Musei di Villa Torlonia,

Casina delle Civette

Sinestesie. Natura storia arte, presenta una selezione di sculture in porcellana realizzate a partire dal 2012 e nuove installazioni site-specific. Nello scenario naturale suggestivo di Villa Torlonia e del museo, scrigno che raccoglie alcune delle più alte espressioni di arti applicate del Novecento, i raffinati lavori in porcellana di Annalia Amedeo si integrano coinvolgendo il visitatore in una spirale percettiva che attiva più sensi contemporaneamente.

L’artista, con una lunga esperienza di restauratrice di ceramiche che le ha conferito una profonda conoscenza dei materiali e una tecnica artigianale impeccabile, persegue da alcuni anni un proprio percorso artistico di cui la mostra costituisce un momento di sintesi presentando per l’occasione oltre cinquanta sculture in porcellana realizzate a partire dal 2012 e nuove installazioni site-specific in un’interazione costante con lo spazio interno ed esterno.

Sinestesie sensoriali e concettuali tra natura storia e arte.

La natura in cui la foglia si fa nastro che si avvolge intorno a sé stesso nelle opere BindOblations, in Tracce sensibili e nella serie Kinesis, diviene poi elemento intruso in Le foglie dentro, si riproduce incessantemente fino a riempire forme cave in Seeds, riveste materiali naturali come il sughero in Leaves installations e, nell’installazione inedita dal titolo Verso si trasforma in fiore attivando un percorso virtuoso, “verso la bellezza, la verità, la speranza, la salvezza”.

Storia nelle serie inedite Memorie Fossili (2017) e Madreforma (2017) presenta forme archetipiche, reperti di una memoria del creato che diventano nella loro stratificazione “testimonianza della capacità della natura stessa nel cambiamento di conservare le tracce di sé”.

Arte una ricerca sulla maschera e sulla identità e sulla trasmutazione a partire dal calco della Venere classica manipolata e alterata nelle sue fattezze  nelle serie Come tu mi vuoi (2015) e in Angeliche farfalle (2017), un nuovo capitolo dedicato alla metamorfosi dell’individuo ispirato ad un racconto di Primo Levi.

Sinestesie non solo sensoriali ma anche concettuali tra arte, natura e storia, perché le opere di Annalia Amedeo, come scrive la curatrice Elena Paloscia, varcano la soglia del tempo e ne attraversano le dimensioni. Restando sempre in profonda sintonia con la natura indagano, al contempo, l’essenza della condizione umana nei suoi risvolti più intimi, la sofferenza e la metamorfosi, la possibilità di evolversi e di cambiare. L’artista si esprime attraverso un materiale intrinsecamente fragile, seppure longevo, che necessita di cure e di attenzione costanti.

In occasione della mostra è stampato un catalogo a colori di circa 100 pagine con testi in italiano e in inglese di Elena Paloscia, curatrice dell’esposizione, Maria Grazia Massafra, Responsabile del Museo della Casina delle Civette, Guido Donatone, Presidente del Centro studi per la Storia della Ceramica Meridionale.

Nel corso dell’esposizione offerte al pubblico una serie di iniziative collaterali e visite guidate alla mostra con l’artista e con la curatrice.